La sua ormai è molto più che una pizza. È un simbolo, legato indissolubilmente all’enogastronomia napoletana. La pizzeria “Da Michele”, aperta nel 1870 e tutt’oggi con un’unica sede storica in via Cesare Sersale, si racconta in un libro, pubblicato dal Alessandro Polidoro. A firmarlo, Laura Condurro, laureata in sociologia al suo esordio letterario e, soprattutto, rappresentante della quinta generazione discendente dalla storica famiglia fondatrice e proprietaria del locale.
Il titolo, programmatico, è “L’antica pizzeria da Michele. Dal 1870 la Pizza di Napoli”, in presentazione giovedì 27 alle 17.30 al conservatorio di San Pietro a Majella. Pagina dopo pagina, il volume “racconta persone e lavoratori semplici – spiega l’autrice – che dalla povertà hanno creato un impero, credendo nella loro passione e facendo tesoro della tradizione che non va mai abbandonata ma affiancata all’innovazione”.
Il segreto di Michele è quindi nella sua semplicità, impeccabile e mai d’antan. Due soltanto le pizze nel menu: margherita e marinara (ordinabili con maggior o minore condimento) e da consumare su tavoli comuni, in marmo e senza tovaglia. Profumo di pomodoro e panetti freschi intorno. “Fare la fila per una pizza Da Michele – racconta nella sua prefazione il giornalista Tommaso Esposito – è come essere in attesa del miracolo di San Gennaro. Si sta in attesa, si prega, si ama. E poi si mangia. L’incontro con Michele recupera un po’ di sentimenti ancestrali.
Quelli che trasformano del resto un atto naturale, come è il mangiare in un evento culturale denso di storia e tradizione”. Oltre ai napoletani, nono numerosissimi i personaggi famosi che hanno gustato qui la pizza, peraltro senza mai sottrarsi al “rito” della lunga attesa: da Maradona a Julia Roberts (protagonista, tra l’altro, del film “Mangia, prega, ama”, girato proprio da Michele), passando per divi del calcio e maestri dell’arte. Nell’ultimo dei quattro capitoli, intitolato “E pizza fu!”, Condurro traccia proprio un’indagine tra i clienti della pizzeria, volta a ricercare i motivi socio-culturali che sono alla base del suo successo. Il libro si conclude con una carrellata di foto storiche tratte dall’album di famiglia.